Pignoramento conto corrente
In un periodo storico di crisi economica è importante avere chiare le procedure di recupero del credito e su quali beni è possibile soddisfarsi, poiché sempre più frequenti sono i casi in cui il debitore non riesce a rispettare le scadenze perché non può o, peggio ancora, non vuole.
Per questo motivo l’attività di recupero del credito è sempre più frequente e vi sono diverse modalità di recupero di quanto dovuto. Il pignoramento rientra proprio tra le modalità di recupero del credito, si tratta di un espropriazione forzata di cui ci si avvale quando il debitore non abbia provveduto al pagamento del debito entro 40 giorni dalla notifica del decreto ingiuntivo rilasciato dal Tribunale.
Oltre il pignoramento del conto corrente può aversi pignoramento anche verso lo stipendio, la pensione o il TFR.
In tutti questi casi si tratta di ipotesi di pignoramento presso terzi.
Come funziona il pignoramento del conto corrente?
Come già anticipato, il pignoramento è una procedura di recupero del credito che può essere effettuata nei confronti di un conto corrente sia bancario che postale.
Tuttavia, la procedura è diversa a seconda che il creditore sia un privato o sia l’Agenzia delle Entrate:
- Quando si tratta di debiti fiscali, cioè appunto debiti dovuti al mancato pagamento di cartelle esattoriali, per il pignoramento del conto corrente non è necessaria l’autorizzazione da parte del giudice. Questo perché le cartelle esattoriali sono già titoli esecutivi e si può procedere a pignoramento del conto corrente se entro 60 giorni dalla notifica della cartella il debitore non ha provveduto al pagamento. Trascorso inutilmente questo termine l’Agenzia delle Entrate invia l’atto di pagamento alla banca o alla posta, cioè dove il debitore possiede il suo conto corrente, e invita il debitore ad adempiere entro ulteriori 60 giorni, se trascorre inutilmente anche questo ulteriore periodo allora l’Agenzia delle Entrate può chiedere direttamente alla banca o alla posta di prelevare la somma dovuta direttamente dal conto.
- Quando si tratta di debiti contratti tra privati, ed è questo il caso che ci interessa, cioè tra privati cittadini o aziende, la procedura non può che essere differente poiché il privato, prima di procedere a pignoramento, deve essere in possesso del titolo esecutivo. Il creditore dovrà presentare la richiesta di decreto ingiuntivo al Giudice, una volta ottenuto il decreto questo andrà notificato al debitore che dovrà adempiere al pagamento entro 40 giorni dalla notifica. Trascorso inutilmente questo periodo dovrà essere notificato l’atto di precetto cioè l’ultimo tentativo di intimazione ad adempiere entro 10 giorni dalla notifica con l’avviso che, se il debitore non provvede al pagamento, allora si procederà ad esecuzione forzata. Trascorsi inutilmente questi giorni ulteriori il creditore notifica l’atto di pignoramento e la banca o la posta procedono a bloccare le somme disponibili, la cifra sarà pignorata a seguito di nuove disposizioni di parte del Giudice.
Cosa succede con il pignoramento del conto corrente?
In conclusione, con il pignoramento del conto corrente succede che:
- se il conto è vuoto o ha saldo negativo: gli eventuali bonifici effettuati o accrediti ricevuti prima dell’udienza in Tribunale verranno pignorati.
- se il conto ha saldo pari o inferiore al debito: il debitore proprietario del conto corrente non può prelevare alcuna cifra fino all’udienza di assegnazione.
- se il conto ha saldo superiore all’ammontare del debito: il debitore ha la possibilità di prelevare le somme in eccesso, poiché ad essere pignorato è solo l’importo che si deve pagare.